Castelporziano Lectures
Paesaggi agrari tradizionali o nuovi boschi: come scegliere fra capitale naturale e capitale culturale?
Matteo Piccinno
L’avanzata dei boschi sul territorio italiano cela un conflitto che anche solo due o tre generazioni fa sarebbe stato impensabile: quello fra i paesaggi agrari tradizionali e i boschi che avanzano per prenderne il posto. Se prima degli anni Cinquanta ogni lembo di terra era da strappare ai boschi per farne terreni agricoli, e le foreste italiane andavano protette attivamente, oggi la situazione si è ribaltata. Con l’abbandono delle campagne, i boschi si stanno riprendendo gli spazi sottratti loro secoli fa. E sono invece i paesaggi agricoli tradizionali, con il loro mosaico territoriale, a scomparire lentamente insieme alla loro storia secolare. Questo conflitto ci mette di fronte a un bivio: arrendersi alla perdita dei paesaggi agrari tradizionali e accettare passivamente la diffusione della vegetazione naturale, oppure tutelarli attivamente perdendo – di nuovo – un po’ di boschi? Ogni scelta si porta dietro inesorabilmente dei pro e dei contro. Esiste davvero una scelta migliore in assoluto o dovremmo valutare caso per caso? In base a quali criteri? È possibile fissare criteri rigidi a realtà sempre dinamiche come i sistemi naturali e i sistemi umani?
Traditional agricultural landscapes or new forests: how to choose between natural capital and cultural capital?
The expansion of the forests in Italy is breeding a conflict that would have been unthinkable even just two or three generations ago, the one between the traditional agricultural landscapes and the forests that advance to take their place. While until a century ago trees were cut to make agricultural land, and the Italian forests had to be actively protected, today the situation has reversed. With the abandonment of the countryside, the forests are taking back the spaces stolen from them centuries ago, and the traditional agricultural landscapes are slowly disappearing along with their beauty and human history. This conflict puts us at a crossroads: surrender to the loss of traditional agricultural landscapes and passively accept the spread of natural vegetation, or actively protect them by losing, again, some forests? Since each choice inevitably has it its pros and cons., we should evaluate on a case-by-case basis. Based on what criteria? And how flexible should they be? Where does the protection of a protected area begin?
Matteo Piccinno
Dottore di ricerca (PhD) in Paesaggio e Ambiente dell’Università di Roma La Sapienza, si è laureato nel 2012 e poi nel 2014 in Conservazione e restauro dell’ambiente forestale e difesa del suolo, presso l’Università degli Studi della Tuscia. Dal 2015 è abilitato alla libera professione e iscritto all’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali di Roma. Tra il 2015 e il 2016 ha svolto un periodo di ricerca nel Dipartimento di Ecologia del Paesaggio dell’Università di Rostock (Germania). Dal 2016 lavora, per conto dell’Accademia Nazionale delle Scienze detta dei XL, presso l’area tecnico-scientifica della Tenuta presidenziale di Castelporziano.
Ph.D. in Landscape and Environment at the University of Rome La Sapienza, he graduated in 2012 and then in 2014 in Conservation and Restoration of the forest environment and soil defense, at the University of Tuscia. Since 2015 he has been qualified as a freelancer and is enrolled in the Order of Agronomists and Forestry Doctors of Rome. Between 2015 and 2016 he carried out a research period in the Department of Landscape Ecology of the University of Rostock (Germany). Since 2016 he has been working, on behalf of the National Academy of Sciences also known as the XL, in the technical-scientific area of the presidential estate of Castelporziano.