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Attività

Il monitoraggio della rinnovazione naturale

Sono presenti quattro recinzioni forestali che escludono l’ingresso degli ungulati selvatici per complessivi 174 ettari, nelle quali viene condotto il monitoraggio della produzione del seme, della rinnovazione naturale del querceto al fine di comprendere le dinamiche evolutive degli ecosistemi e pianificare interventi volti alla loro conservazione ricorrendo anche alla messa a dimora di piante coltivate nel vivaio forestale della Tenuta. La presenza di aree recintate permette di condurre queste osservazioni sia in presenza che in assenza di ungulati, quantificandone l’impatto sulle giovani plantule.

Giovani plantule del querceto igrofilo

Dalle ricerche svolte è emerso come il maggiore fattore di stress climatico, per la sopravvivenza delle plantule nei primi anni, sia l’aumento delle temperature estive, seguito dal calo delle precipitazioni. Alla temperatura e alla disponibilità idrica, infatti, è direttamente connessa la traspirazione dei semenzali che tendono a chiudere gli stomi per limitare le perdite idriche per evapotraspirazione. All’esterno delle recinzioni, inoltre, la rinnovazione tende a scomparire dopo i primi due-tre anni. Il carico di ungulati influenza, infatti, non solo il numero delle plantule, con la loro asportazione, ma anche il processo di disseminazione con un numero inferiore di semi che restano al suolo.

In assenza del carico di ungulati la rinnovazione si concentra nelle aree che presentano maggiori valori di radiazione solare, per l’instaurarsi di fenomeni di competizione tra il maggior numero di plantule sopravvissute. L’ombreggiamento al di sotto delle chiome è un fattore limitante l’accrescimento e non è causa di morte del semenzale nelle aree più diradate, mentre lo diviene nelle aree molto dense già dal secondo anno di vita.